Tutte le leghe aderivano alla Camera del Lavoro di Terni, ma allora questa operava in stretto contatto con la Cdl di Perugia e di Roma sostenendo una piattaforma rivendicativa comune: la riduzione delle ore di lavoro, aumenti di salari per la mietitura e la rivendicazione di diritti di semina e di pascolo.
Ad Alviano la situazione era particolarmente tesa a causa dell’irrigidimento del principe Doria che respinse tutte le richieste avanzate dai contadini che lavoravano per lui. Offrì, per tacitare gli animi, sessantamila lire una tantum e da dividere fra tutti.
La cifra fu rifiutata e l’agitazione ovviamente continuò fino a che non si decise di procedere all’occupazione di una parte delle terre dei Doria. Si scelse la proprietà sita a Pian della Nave. La protesta fu ferma seppure improntata alla massima calma e correttezza.
Analoga protesta era in corso pure a Stimigliano settecento contadini avevano invaso le terre.