Gubbio 1951, scambio di salme e l’assassinato risultò morto di malattia

Le indagini, che all’inizio sembrarono semplici, ad un certo punto si complicarono: erano necessari ulteriori accertamenti e quindi si doveva riesumare la salma di quel boscaiolo assassinato vicino Gubbio nei primi mesi del 1951. Fabio G. era stato trovato morto con vaste ferite alla testa. Dell’omicidio fu accusato un altro boscaiolo, Aldo B. Avevano litigato per un cane che Aldo aveva venduto alla vittima ma di cui – chissà per quale motivo – pretendeva la restituzione.

Fabio G. cadde in un agguato vero e proprio: lo stavano aspettando al limitare del bosco: fu aggredito da più di una persona e gravemente ferito a bastonate. Era agonizzante, ma lo lasciarono lì, per terra, sotto una pioggia battente.

S’era arrivati alla prima metà di settembre ed ancora si era al punto che si riteneva indispensabile stabilire con esattezza le cause del decesso: colpa delle bastonate o di una nottata trascorsa – ferito – all’addiaccio?

Il perito settore, quando fu al cospetto della salma e cominciò ad operare, dette un balzo: quell’uomo era morto per un tumore allo stomaco. Un colpo di scena risolutivo per la sorte dell’imputato, l’unico visto che coloro che erano con lui, quella sera, non furono mai identificati.

L’arcano fu svelato qualche giornno dopo. La salma riesumata, pur trovandosi nella tomba di Fabio non era quella di Fabio, ma di un altro che – appunto – era morto per la malattia. Le due salme erano state scambiate: dissero che l’equivoco era dovuto al fatto ched i due erano morti lo stesso giorno, che si somigliavano e che oltretutto erano stati sepolti in due tombe l’una vicino all’altra.

Sa com’è, una svista, un attimo di distrazione…

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