Alfonso Vicinanza – si disse – probabilmente era stato aggredito mentre dormiva, perché altrimenti la sua reazione non sarebbe stata da sottovalutare visto che si trattava di un giovanottone alto e massiccio.
Poi però le indagini accertarono che c’era stata proprio una violenta colluttazione: Alfonso Vicinanza aveva, infatti, oltre alle ferite alla gola, anche un taglio sul viso ed un altro alla mano destra, oltre che ecchimosi sotto un occhio, il segno di un pugno violento.
Stabilito cosa fosse avvenuto rimaneva molto più difficile risalire al responsabile. L’assassino era riuscito a fuggire, anche se quel treno effettuava solo poche fermate e nessuno, tra chi viaggiava in treno, si era accorto di niente. Misterioso il movente. Non risultava infatti che Alfonso Vicinanza, sposato e padre di una bambina in tenerissima età, avesse qualche nemico. La pista più probabile era quella dell’aggressione per rapina, così com’era accaduto non da molto, quando su quello stesso treno fu trovato assassinato l’industriale Arvedi.